A proposito di animali al pascolo, alpeggi e persone nello spazio politico alpino
Le foglie cambiano colore, il sole tramonta lentamente dietro le colline e una leggera nebbiolina avvolge i pascoli. Alcune mandrie sono già tornate a valle dagli alpeggi (soprattutto nelle Alpi occidentali), altre continuano a pascolare placidamente. Come si evolverà in futuro questo quadro così familiare della regione alpina?
In un clima ancora estivo, un centinaio di portatori di interesse – composto da pastore e pastori, associazioni, scienziate e scienziati, esponenti politici locali – si sono confrontati in occasione del “38° Incontro nazionale dei portatori di interesse della pastorizia alpina” presso la Communauté de Communes du Diois, aderente alla nostra associazione, e hanno discusso delle sfide attuali e future, di progetti e degli sviluppi nel settore della pastorizia alpina in Francia. Sono stati illustrati numerosi esempi di come sostenere e rafforzare l’alpicoltura, soprattutto in tempi di cambiamenti climatici, si sono discussi i rapporti e gli effetti della protezione della natura e dei cambiamenti climatici sulla pastorizia alpina. Si sono inoltre sollevate domande e si è riflettuto su come questa continuerà ad esistere in futuro per le persone che di tale attività vivono e che vogliono mantenere viva la pastorizia alpina, anche in tempi in cui le condizioni di lavoro si sono modificate profondamente. Oltre alle questioni della siccità, del riscaldamento e della scarsità d’acqua o il rapporto con i grandi predatori, anche le attività ricreative del turismo alpino sono un tema indagato, che suscita sempre nuovi interrogativi.
Per quanto le sfide possano essere diverse a livello locale nella regione alpina, così come tra i comuni membri dell’Alleanza, l’Anno Internazionale dei pascoli e dei pastori 2026 costituisce una buona opportunità, sia per la Convenzione delle Alpi che per l’EUSALP, per indagare con una nuova prospettiva l’immagine così familiare dell’agricoltura alpina.